Musicoterapia, un valido aiuto per chi soffre di Alzheimer e demenza senile

Nel 2001, l’American Academy of Neurology ha sottolineato l’importanza della musicoterapia come tecnica utile a migliorare le attività funzionali e a ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer, ma anche nel paziente affetto da demenza senile.

Molti si chiedono se la musicoterapia può davvero aiutare questo tipo di pazienti.

La risposta è assolutamente si, e lo dimostrano i successi avuti dal dottor Fosco Avincola, psicologo clinico della Residenza Sanitaria Assistenziale San Raffaele Trevignano, dove dal gennaio 2012 è in atto il progetto di “Musica insieme” per gli ospiti della struttura.

Nonostante il progressivo deterioramento cognitivo causato dalla malattia di Alzheimer e dalla demenza senile – ci spiega il dott. Avincola – il paziente conserva intatte certe abilità e competenze musicali fondamentali (intonazione, sincronia ritmica, senso della tonalità). La musica diventa quindi una via di accesso privilegiata per toccare il cuore di queste persone, perché rassicura, rasserena, risveglia abitudini ed emozioni sopite”.

Il malato di Alzheimer è in grado di ricordare le melodie e spesso anche le parole di motivi che sono stati la colonna sonora della sua vita. La musica può quindi essere utilizzata per riportare a galla ricordi, eventi passati e tutte le emozioni e le sensazioni legate a queste memorie. Tra gli anziani ospiti del San Raffaele Trevignano c’è un’ex cantante lirica che dopo alcuni incontri di ascolto musicale individuale è riuscita a cantare per circa 40 minuti interi brani tratti dalla Boheme, nonostante il suo marcato deterioramento cognitivo. La musica è riuscita a riattivare quella che era una passione sopita, stimolando emozioni e ricordi nello stesso tempo.

Il progetto “Musica Insieme” è iniziato nel gennaio del 2012 e giorno dopo giorno gli operatori si sono accorti che i riscontri dei pazienti erano più che positivi. Gli incontri musicali con gli anziani ospiti del San Raffaele Trevignano avvengono una volta a settimana, e mensilmente organizziamo un incontro con un gruppo di musicisti specializzati in musica popolare”.

E’ fondamentale stabilire una scansione spazio-temporale degli incontri: ci si vede sempre nello stesso spazio e alla stessa ora, questo perché la maggior parte dei pazienti perde precocemente i riferimenti spazio-temporali, e quindi la stabilità degli incontri è un elemento per ricostituire questi due parametri.

“Lavoriamo con canzoni che i pazienti conoscono o che fanno parte del loro bagaglio culturale utilizzando – continua il dott. Avincola – , laddove possibile, strumenti musicali che tengano conto delle possibilità di movimento degli arti superiori ed inferiori dei pazienti. L’approccio alla “animazione musicale” che viene proposto è di tipo globale, con l’obiettivo di integrare funzioni cognitive, affettive, fisiche e interpersonali. In ogni incontro sono integrate tecniche attive e ricettive, esperienze musicali sia strutturate che libere, alcune creative altre ricreative. Grande importanza viene data all’ascolto e al canto di canzoni popolari e di musica leggera, perché alzano il livello dell’umore e consentono di mobilitare anche energie che si trasmettono in modo contagioso all’interno del gruppo. Ascoltare vecchie canzoni, partecipare attivamente con semplici strumenti musicali o anche cantare solo brevi frasi crea un’atmosfera gioiosa e distesa, grazie alla quale l’ospite si diverte, si rende più disponibile nei confronti degli altri e partecipa attivamente all’attività di gruppo.

Musica Insieme” ci ha consentito di conoscere in maniera più approfondita la storia degli ospiti, i loro sentimenti, le loro paure e il loro desiderio di sentirsi ancora vivi, ma ha anche consentito di ridare loro quegli abiti quotidiani così ben conosciuti che hanno dovuto lasciare nel momento in cui hanno varcato la soglia di una casa non loro e di un ambiente che non racconta nulla di ciò che sono stati.

Per ultimo ma non meno importante, la musica riesce a creare all’interno della struttura un’atmosfera più distesa e gioiosa anche tra gli operatori con un miglioramento delle loro relazioni interne e sulla loro performance.

Continueremo su questa strada grazie al costante supporto del dottor Fabio Tombesi, Medico Responsabile della struttura e del dottor Maurizio Salvatori, Direttore Operativo – conclude il dott Avincola – Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita dei nostri ospiti creando un ambiente piacevole in cui trascorrere il loro tempo e in cui possano esprimere le loro emozioni grazie anche al nostro aiuto”.

articolo da sanraffaele.it, 16 luglio 2012

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